Poco tempo fa sono
venuta a conoscenza di un' organizzazione di volontariato di cui
vorrei parlarvi: IL PICCOLO PRINCIPE.
Questa è un'
associazione di clown che hanno una missione del tutto nobile:
migliorare la qualità della vita alle persone attraverso la
promozione de SORRISO.
Questa
onlus è nata dall’entusiasmo di dodici persone, ritrovate tutte
insieme dietro a un tavolo di una pizzeria; un’associazione che è
partita e ha all’attivo 9 dottor clown: 9 vite, 9 storie, 9
presenti intersecati inevitabilmente tra loro.
Il loro servizio è
destinato in particolare alle
persone
ricoverate,
che devono
affrontare una permanenza
ospedaliera di breve o lunga durata, un intervento chirurgico, un
esame invasivo, una chemioterapia o che si trovano
a vivere qualsiasi altra situazione che possa generare sofferenza,
preoccupazione, rassegnazione e solitudine.
Il
punto è partire dalla persona. Si devono sicuramente imparare le
tecniche, fare i percorsi formativi su varie tematiche, dall’aspetto
igienico-sanitario a quello psicologico, a quello clowneristico,
perché questo serve per essere dottor-clown. Ma
la cosa più importante è partire dal
concreto guardando
alla realtà che si ha davanti! Questo suggerisce anche il metodo, la
tipologia d’intervento da usare. Il punto è entrare in contatto,
in rapporto con chi ti sta di fronte.
La
modalità scelta per la realizzazione di questo obiettivo è quella
della CLOWN TERAPIA svolta proprio dai dottor clown (volontari e
professionisti) formati per intervenire consapevolmente nei reparti
ospedalieri.
Ogni
intervento tiene conto del soggetto che si ha davanti ed è adattato
alla necessità concreta del momento e alla persona che si ha di
fronte, con i suoi bisogni, i suoi stati d’animo, le sue attese,
come pure il suo desiderio di stare meglio. Le risate, il gioco, la
musica, l'improvvisazione (…) tutto serve per comunicare alla
persona che si è lì per lei, perché lei vale!
Accade
spesso che il dottor clown rimanga in silenzio, ascolti, condivida i
sentimenti con chi soffre. Ciò non è silenzio, in realtà, ma è un
momento pieno di empatia e comunicazione.
Lo
sconforto, la sofferenza di queste persone non è da intendere come
una sconfitta per la terapia del sorriso, anzi, è un modo ulteriore
per far sentire la presenza di un conforto, di una via di luce da
seguire.
Beh
che dire?!?!
Continuate
così, non mollate mai perché un dolore condiviso si dimezza, ma una
gioia ed un sorriso se condivisi raddoppiano!
associazione Il piccolo principe