Il
dizionario della lingua italiana, alla voce “ridere” sentenzia: ”Mostrare
allegrezza, specialmente spontanea e improvvisa, con particolare contrazione e
increspamento dei muscoli della faccia ed emissione di suoni caratteristici”.
Questa
spiegazione, in realtà, non aumenta di molto le nostre conoscenze. Possiamo
allora considerare quelli che sono i due poli all’interno dei quali il ridere
si manifesta: la risata e il sorriso.
Ma che cos’è la risata? È l’elemento
fondamentale del ridere. Essa è formata da una serie regolare di brevi
monosillabi di timbro vocalico che, solitamente, sono rappresentati
graficamente con: Ah – Ah, Eh – Eh, Ih – Ih, Oh – Oh, Uh – Uh.
Sa
tratta di parole monosillabiche che fanno parte del vocabolario universale
dell’uomo e che sono prodotte e riconosciute da tutti, indipendentemente dalla
cultura (quindi dalla lingua) di chi le utilizza.
La
risata costituisce, pertanto, una forma istintiva di comportamento geneticamente
programmato. Ridendo vengono emessi dei suoni che manifestano emozioni
provenienti dalla profondità biologica dell’individuo. La risata può essere
considerata una funzione comunicativa bivalente. Infatti, può costituire sia un
collante della relazione con l’altro sia un’arma in grado di valorizzare
l’altro, umiliandolo.
Essa
è una lingua misteriosa e universale, che costituisce una risposta inconscia ai
diversi condizionamenti sociali e linguistici.
Dal
punto di vista evolutivo filogenetico, la risata sembra rappresentare
“un’antica vestigia vocale
È
un gesto bio-psicologico, nato prima della parola, che l’uomo condivide, ma
solo in parte, con i primati a lui più prossimi.
La
risata viene anche considerata come l’esito finale di una serie di eventi,
azioni, comportamenti espressi con discorsi, battute, disegni, rappresentazioni
e altro che, volontariamente o meno, possono essere percepiti come ridicoli.
Abbiamo
detto che la risata, nella sua espressione esterna, è basata sulla emissione di
aria modulata in modi differenti a seconda del tipo di risata espressa. Tale
emissione di aria produce un suono/rumore che è caratteristico di ogni
personale modo di ridere. Ridere, tra l’altro, è più simile a un verso o un
richiamo animale piuttosto che a un atto linguistico.
L’influenza
sul comportamento umano del particolare tipo di suono emesso con la risata,
sembrerebbe fare optare per la presenza (non accertata, ma solo ipotizzata) di
un “rilevatore neurologico acustico” deputato a specifiche modalità di
vocalizzazione. Il suono della risata consiste in una serie di note ilari di
timbro vocalico e della durata di circa un sedicesimo di secondo regolarmente
intervallata tra loro. Il loro tono va solitamente decrescendo con una
riduzione graduale della sua intensità sonora quale conseguenza, a livello
fisiologico, della riduzione dell’aria polmonare disponibile da parte di chi
ride. La risata è costituita da note e suoni vocalici preceduti e seguiti da un
lieve “sospiro”.
Ciò
che permette di identificare l’emissione d’aria come risata sono le note vocali
emesse e lo spazio che le separa.
La
risata è in genere costituita da tratti stereotipati anche se non in maniera
rigida: la maggior parte degli individui, infatti, ride in modo simile, ma non
identico.
Inoltre,
non è possibile ridere in maniera scollegata dal contesto e dalla personalità
di chi ride. Un aspetto particolare e caratteristico della risata è proprio
costituito dal suo essere innata e insita in ciascun individuo con l’intrinseca
capacità di generarne altre (contagiosità della risata).
Nessun commento:
Posta un commento